"Pensando!... Pessoa"

 

 

 

"Non sto pensando a niente,

 

e questa cosa centrale, che a sua volta non è niente,

 

mi è gradita come l’aria notturna,..."

 

 

 

 

 

Il lavoro su Fernando Pessoa del Teatro dei 25 inizia nel lontano 1996 con "Bernardo! seduto" dove si esplorava uno dei suoi più popolari eteronimi Bernardo Soares, la notevole opera del poeta è stata da stimolo alla frequentazione del Faust ed infine un felice approdo al Marinaio anche attraverso il "Progetto Gutenberg" che ci ha permesso di lavorare sul testo originale pubblicato da Fernando Pessoa per la prima volta nel 1915 nel primo numero della rivista Orpheu.

 

"Pensando!... Pessoa" prende origine dall'opera il Marinaio, un breve testo teatrale che Pessoa scrive di getto in una sola notte nell'ottobre del 1913 e che racconta di un marinaio e di tre sorelle:

 

 

 

"Un giorno che pioveva molto e l’orizzonte era quanto mai incerto, il marinaio si stancò di sognare. Comincio allora a cercare di ripensare la sua vera patria, ma capì che non riusciva a ricordare nulla, che essa non esisteva più per lui… L’unica infanzia che riusciva a ricordare era quella trascorsa nella sua patria di sogno; l’unica adolescenza che gli tornava in mente era quella che lui stesso si era creato… Tutta la sua vita non era altro che quello che aveva sognato. E pensò che, in verità, forse un’altra vita non era mai esistita, visto che nemmeno il nome di una strada riusciva a ricordare, né quello di una persona, né un gesto materno… mentre in quella vita che aveva creduto di sognare tutto era così reale che doveva essere per forza vero! E non poteva nemmeno sognare un altro passato, concepire di averne avuto uno diverso, come tutti quanti, in un certo momento della loro vita possono arrivare a credere… Oh, sorella mia, sorella mia…. C’è qualcosa – io non so cosa sia – che non ti ho detto… qualcosa che avrebbe potuto spiegare tutto quanto. Mi si gela l’anima. Riesco a capire, a malapena, di averti parlato… Parlami, sgridami, è necessario che io mi svegli, affinché possa io essere sicura di essere stata qui, davanti a te… e del fatto che i sogni non sono altro che sogni..."

 

 

 

Quando si lavora sul materiale poetico di Fernando Pessoa, la sua presenza è costante come un sentire di sottofondo una voce, un soffio che con estrema delicatezza guida e sostiene il lavoro, per questo la scelta di inserire nel testo del Marinaio la figura del poeta come a restituire il senso del suo lavoro a cercare un dialogo segreto che ha bisogno di emergere dall'intreccio delle parole.

 

"Pensando!... Pessoa"  è il "Marinaio" ed è un sogno nel sogno; ci potrebbe ricordare "la vita è sogno" di Pedro Calderon de la Barca o "La Tempesta" di Shakespeare "noi siamo della stoffa di cui sono fatti i sogni; e la nostra piccola vita è circondata di sonno".  Ma Fernando Pessoa è estremo, rende la poesia corpo, oltrepassa ogni limite come nel Faust: "Tutto è simbolo e analogia, il vento che passa, l'ampia marea, la marea ansiosa, l'eco di un'altra marea, tutto ciò che vediamo è qualcos'altro".

 

Sogno, direbbe il poeta; "il poeta non ha biografia: la sua opera è la sua biografia" e non possiamo che concludere con il Marinaio che ha raggiunto la dimensione della sua patria: sia essa un archetipo inconscio, una dimensione "altra" o il nulla che forse è per Pessoa la patria più idonea ai sogni che noi siamo.

 

 

 

"Non sto pensando a niente,

 

e questa cosa centrale, che a sua volta non è niente,

 

mi è gradita come l’aria notturna,..."